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Archivio per categoria Legal Blog

L’impugnazione dell’estratto del ruolo è ammissibile ove il contribuente deduca la mancata o invalida notifica della cartella esattoriale

In materia di riscossione di crediti previdenziali, l’impugnazione dell’estratto del ruolo è ammissibile ove il contribuente deduca la mancata o invalida notifica della cartella, in funzione recuperatoria della tutela prevista dall’art. 24 del d.lgs. n. 46 del 1999, ovvero intenda far valere eventi estintivi del credito maturati successivamente alla notifica della cartella, in tal caso prospettando – sul piano dell’interesse ad agire – uno stato oggettivo di incertezza sull’esistenza del diritto (anche non preesistente al processo), non superabile se non con l’intervento del giudice. (Nella specie, l’interesse ad agire è stato ravvisato nella contestazione da parte dell’ente previdenziale dell’avvenuta prescrizione del credito in epoca successiva alla notifica della cartella).
Sentenza Cassazione civile sez. lav., 12/11/2019, n.29294

Il piano del consumatore non prevede limiti di tempo

Con la Sentenza Cassazione civile sez. I, 28/10/2019, n.27544, la Suprema Corte ha stabilito che “È omologabile, in assenza di specifica disposizione di legge sul termine massimo per il compimento dei pagamenti, la proposta di piano del consumatore per la soluzione della crisi da sovraindebitamento che preveda una dilazione dei pagamenti di significativa durata, anche superiore ai cinque o sette anni, non potendosi escludere che gli interessi dei creditori risultino meglio tutelati da un piano siffatto in quanto la valutazione di convenienza è pur sempre riservata ai creditori, cui deve essere assicurata la possibilità di esprimersi sulla proposta, anche alla luce del principio di origine comunitaria della cd. “second chance” in favore degli imprenditori, ispiratore della procedura. (Nella specie, il Tribunale, essendo stato proposto dal debitore un piano con dilazione dei pagamenti fino a quasi dodici anni, aveva ritenuto lo stesso non omologabile solo perché di eccessiva durata).”

Superare l’esame di avvocato e svolgere la professione forense non è sufficiente per revocare il mantenimento

Il superamento dell’esame di avvocato e lo svolgimento della professione forense non determinano automaticamente la revoca dell’assegno di mantenimento.
Ad affermarlo è la Cassazione che respinge il ricorso di un padre separato, il quale riteneva di non dover più versare l’assegno di mantenimento alla figlia trentenne, che aveva completato il percorso di studi e iniziato a svolgere la professione di avvocato, con ancora però scarsi guadagni. Secondo la Corte l’età è si importante, così come lo svolgimento di una professione, ma ciò che consente di revocare l’assegno è il raggiungimento di una piena autosufficienza economica, fermo restando la possibilità per il genitore di chiedere la revoca dell’assegno ad autonomia raggiunta.

Sentenza Cassazione civile sez. I, 17/07/2019, n.19135

Odori e fumi dalla pizzeria-ristorante, cosa occorre e come fare per avere il risarcimento?

Ai sensi dell’art. 844 del Codice civile rubricato “Immissioni”, “Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.”

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha previsto che “Il gestore dell’attività di ristorazione e il proprietario del locale devono adottare accorgimenti ad hoc per porre fine al problema.
Allo stesso tempo, però, la persona che vive nell’appartamento vicino che ha dovuto subire fumo e cattivo odore, deve dare prova del danno alla salute per ottenere un risarcimento.


Cassazione, ordinanza n. 26882/19, sez. II Civile, depositata il 22 ottobre 2019.


Società di capitali, se non c’è convocazione del socio, la delibera è nulla

Cardini imprescindibili per la formazione della volontà sociale deliberativa sono due elementi:
1 – informazione preventiva dei soci relativa all’avvio del procedimento deliberativo;
2 – l’informazione sugli argomenti da trattare.
Se vi è stata inosservanza di tali prescrizioni, l’eventuale delibera è sanzionata con la nullità.
Corte di Cassazione, sez. I Civile, ordinanza n. 22987/19



Sul sito c’è scritto “Vola gratis!”, ma il consumatore deve pagare un caro prezzo: è pratica commerciale scorretta

Il sito online che, per conto di un operatore del settore, offre un servizio di comparazione dei prezzi e di prenotazione di un volo e/o di un viaggio all inclusive deve fornire in modo chiaro, trasparente ed immediato il reale prezzo del prodotto desiderato, nonché tutte le informazioni utili per orientare la scelta del consumatore, comprese quelle relative al recesso e all’assistenza dei clienti. In caso contrario la condotta dell’operatore è una pratica commerciale sleale.  
(Consiglio di Stato, sez. VI, sentenza n. 6033/19; depositata il 2 settembre)